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Presentazione

In questa sezione vengono presentate le ultime pubblicazioni sui temi di carattere ecumenico ed interreligioso curate anche da parte dei docenti.

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“Religioni e ospitalità”

In continuità con la ricerca precedente (vedasi: teologia dell’ospitalità), il lavoro che qui si presenta, mentre raccoglie le note di percorsi formativi avviati da tempo, intende indagare l’ospitalità come paradigma di una pratica e di un pensiero ospitale presente in tutte le religioni. Le sapienze e tradizioni spirituali, infatti, sono capaci, quando fedeli e coerenti con il proprio carisma fondativo, di mettere in campo pratiche e pensieri ospitali. Si tratta di rileggere ogni tradizione all’interno di tale paradigma e insieme provare ad eleggere il “principio ospitalità” come cifra del dialogo interreligioso a venire. In continuità con le tradizioni religiose, ma anche e tanto più come esigenza dei tempi che viviamo.

Gli autori dei diversi saggi, docenti all’edizione 2019-20 del master in dialogo interreligioso sul tema “Ospitalità e fratellanza”, sono convinti che un’autocomprensione cristiana in chiave di ospitalità (che promuove l’identità credente e insieme rispetta l’irriducibilità dell’altro) possa liberare e far maturare il dialogo interreligioso.

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Il Sommario ed i relativi autori è il seguente

  • Introduzione (Dal Corso)
  • I ponti di Babele e le pratiche ospitali (Salvarani)
  • L’ospitalità nella tradizione hindù (Sabetta)
  • L’ospitalità nella tradizione islamica (Monge)
  • Una civiltà dell’ospitalità è possibile: chiese e ospitalità (Gajewski)
  • Ospitalità e fratellanza tra le due sponde del Mediterraneo (Pace)
  • L’ospitalità nel diritto e il diritto all’ospitalità (Ferrari)
  • Ospiti nella casa comune (Morandini)
  • Dislocato dall’ospitalità: l’incontro di Francesco con il sultano (Buffon)
  • Conclusioni

 

 

 

 

 

 

“Cambiare rotta”

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Simone Morandini, ed. EDB, 2020

Venezia, 12 novembre 2019: un’acqua alta senza precedenti in un anno che ha visto bruciare l’Alaska e la Siberia e accentuarsi lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia. Sono segni di un tempo inedito, in cui la minaccia del mutamento climatico si fa sentire con forza crescente sulla famiglia umana, suscitando la reazione dei giovani del movimento globale “Fridays for Future”. Un tempo che stiamo imparando a chiamare Antropocene, in cui la specie umana è diventata il principale fattore che muove la storia biologica e geologica del Pianeta. La stessa pandemia Covid-19 è legata anche a un’interatazione ormai distorta con l’ambiente.

Come abitare questo tempo? Come far fronte a mutamenti a livello di quella struttura ecosistemica planetaria che supporta la vita? Quali prospettive etiche si disegnano per orientarci alla sostenibilità e all’ecogiustizia? Per dare futuro all’umanità occorrono trasformazioni esigenti a livello dei comportamenti personali e sociali: una conversione ecologica, un cambiamento di rotta, una giusta transizione. Ma quali orizzonti teologici possono supportare tali processi?

 

“Teologia dell’ospitalità”

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Marco Dal Corso, ed. Queriniana, 2019

E’ la cifra dell’ospitalità che aiuta a ripensare e praticare la teologia del dialogo. Per rivedere, in prospettiva inclusiva, il rapporto talvolta squilibrato fra identità e alterità. E per superare, in definitiva, l’odierna crisi dell’accoglienza.
Il volume raccoglie i frutti di un percorso di ricerca triennale sviluppato dall’Istituto di studi ecumenici «S. Bernardino» di Venezia e coordinato da Marco Dal Corso e Placido Sgroi. I diversi contributi sono a firma di specialisti italiani e internazionali come Francesco Capretti, Stefano Cavalli, Marco Dal Corso, Giovanni De Robertis, Carmine di Sante, Guido Dotti, Suzana Macedo, Claudio Monge, Brunetto Salvarani, Giuliano Savina, Placido Sgroi, Faustino Teixeira e Anna Urbani.

 

Ad illustrazione del testo segnaliamo l’intervista “Otto domande a Marco Dal Corso” (pubblicato sul sito della Editrice Quesriniana) ed il video che segue

 

 

 

 

 

“L’ecumenismo di Papa Francesco”

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Riccardo Burigana, ed. Qiqajon, Comunità di Bose, 2019 – il cammino ecumenico del XXI secolo
Le parole e i gesti di papa Francesco per l’unità visibile della chiesa hanno aperto una nuova stagione del cammino ecumenico, soprattutto per quanto riguarda la sua dimensione quotidiana e locale: l’ecumenismo, infatti, deve diventare “pane quotidiano” nella vita dei cristiani, chiamati a una conversione del cuore per essere sempre docili strumenti nelle mani di Dio. Il movimento ecumenico è nato dal desiderio di una migliore conoscenza dell’altro: anche oggi l’accoglienza della diversità è l’elemento essenziale che caratterizza i cristiani nel mondo, dove testimoniano insieme la loro profonda e reale unità nell’accogliere chi è ai margini della società.

 

 

 

 

 

 

“Teologia dell’ecumenismo”

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Simone Morandini, ed. EDB, 2018

Il volume si propone di delineare il quadro di riferimento della “Teologia dell’ecumenismo” e di attraversare la storia del movimento ecumenico, con una specifica attenzione rivolta al decreto conciliare Unitatis redintegratio e alle tappe della sua ricezione. L’intento è individuare i princìpi e le linee emergenti, le linee-guida e le parole-chiave che consentono di affrontare alcune delle problematiche più attuali. In questo contesto, termini come «dialogo», «unità» e «comunione» si configurano come elementi costitutivi di un linguaggio che permette di affrontare serenamente anche le questioni ancora aperte, per esempio i nodi relativi ai sacramenti, all’ecclesiologia e all’etica.

 

 

 

 

 

“Molte volte ed in diversi modi “

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Marco Dal Corso, Brunetto Salvarani, ed. Cittadella, 2016

Il pluralismo religioso è oggi un caso serio, per le chiese cristiane, rispetto al quale tanto la teologia quanto la pastorale sono chiamate a operare un deciso salto di qualità. Non solo le memorie devono essere purificate, ma anche il linguaggio teologico, se le chiese intendono affrontare la sfida e la grazia del dialogo interreligioso. Questo manuale intende proporsi come un primo punto di riferimento su questi temi: nella consapevolezza che la buona teologia “ha un pensiero aperto, cioè incompleto, sempre aperto al maius di Dio e della verità” (Francesco, 10/4/2014).

 

 

 

 

 

 

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